Mi sono talmente stancato di aspettare ogni cosa che ho bisogno di URLARLO.

Ho bisogno di dirlo al mondo intero:

BASTA E’ ORA DI FINIRLA.

Non è pensabile abituarsi a certi disagi perché alla fine il disagio finisce per diventare un abitudine. Io sono un ospite dei dormitori della città di Torino, al momento non ho altra soluzione sebbene sia mia ferma intenzione allontanarmi al più presto da queste strutture. Sarà anche vero che, almeno in parte, questa situazione è stata causata da miei errori, però mi resta ancora una dignità da difendere, i miei diritti di cittadino, nato a Torino, città che adoro e nella quale vorrei vivere in modo decoroso. Sono convinto che non abbiate ben chiaro cosa significhi, ad esempio, dormire su una panchina, unica soluzione che ti rimane per non farlo a terra o in una stazione, da dove presto o tardi vieni allontanato dalla Polizia con maniere spicce. Sono convinto che molti cercherebbero dei palliativi, come del resto ho fatto io in passato con le sostanze, credendo in qualche modo di lenire tale dolore.

Allo stato attuale delle cose non so più bene chi sono, a quarantacinque anni sono senza un lavoro, senza una casa e senza più una famiglia, con un passato dal quale è difficile liberarsi ma con la apparente possibilità di reinserimento nella cosiddetta “società civile” tanto più che ora penso di averne pure i requisiti, forse…

Ho usato la parola ”reinserimento” nella società perché al momento nessuno dei miei diritti viene rispettato e molte volte la sopportazione arriva al limite… Provate a pensare: mense pubbliche dove mangiare una volta al giorno, dormitori dove dormire ma solo a volte e sempre meno, senza un bagno o una stanza solo tua e come unica possibilità di risorsa economica certa l’elemosina. Ogni giorno uguale all’altro, nell’abbandono più totale; a lungo andare ti portano alla resa.

Ma adesso ho deciso di dire basta, ho bisogno di reagire, così, con altre persone nella mia stessa situazione, abbiamo deciso di farci sentire, per dare di nuovo un senso alla nostra esistenza e perché comunque pensiamo che la vita rimanga un dono d’inestimabile valore, che nessuno ha il diritto di consumarci lentamente.

Vogliamo denunciare la miopia con cui lo Stato e la città rivolgono la propria attenzione ai problemi che ci riguardano e che non sono solamente di natura abitativa, poiché spesso si aggiungono problemi d’ordine sanitario, economico e sociale più in generale, aggravati dal perdurare della nostra condizione.

In particolare vogliamo porre l’accento sul costante aumento di persone che come noi si trovano ad affrontare simili problemi, sulla conseguente penuria di posti letto e sulle strutture talvolta fatiscenti nonché carenti sia per motivi di sicurezza che igienico sanitari.

Tutto questo è indice di una scarsa attenzione alla dignità delle persone e ai loro diritti; tutto ciò ci spinge ad agire uniti perché finalmente si raggiunga il loro pieno riconoscimento.