Pala Crociere Savona
Domenica 5 aprile 2009 – 14:30



Sono al Pala Crociere e guardo la Costa Marina che si prepara per
partire verso un altro bellissimo viaggio. Vedo le persone felici imbarcarsi e
il personale caricare i bagagli.

E’ uscito il sole, quante bandiere colorate al vento!

Dall’interfono la centralinista, a più lingue, ogni cinque
minuti avvisa il cliente col numero di imbarcarsi.

Ogni cinque minuti un passeggero; quanta cura per ognuno di loro.


Vedo e sento la felicità di queste persone che diventa la
mia e così ho deciso, quale sarà il titolo del mio racconto. Sarà sulla
felicità!

“I colori della felicità – che colori, ha la felicità – C’era
una volta la felicità!”.

Vedo l’arcobaleno… un esplosione di colori!!


Un giorno partirò anch’io, me la merito un po’ di vacanza
dopo tanti anni bui di sofferenza, povertà e solitudine.

Per vedere altri angoli del mondo ed i loro colori.


Oggi niente pranzo con i panini dell’associazione, quelli che
danno la domenica vicino alla chiesa di via Guidobono, con i volontari.

Forse è perché oggi c’è mercato, forse per evitare altra
confusione hanno pensato di no.

Pazienza, con i pochi soldi che ho fino al 15, comprerò un pezzo di pizza.

Io oramai ho dimenticato i brividi ed il sorriso di quando
sono stata felice…

Ognuno ha diritto di trovare la sua felicità perché esiste;
cerchiamola.


Ma poi sono qui che piango e sento il sapore salato delle
mie lacrime, ormai l’unico sapore che conosco.

Vedo solo il buio, sono stanca di dormitori, della povertà,
della mensa…


Vedo solo le facce tristi delle persone come me…

io voglio essere felice…


Ma un giorno vorrei vederli sorridere, aiutare anche io a
dar loro un tetto, che non sia solo quello del dormitorio.

C’è un progetto a Savona per costruire la casa famiglia per
senza tetto savonesi.


Non tutte le persone che vengono alla mensa hanno fame…

Almeno non nel corpo ma nell’anima sì.

Li non siamo più soli.


I volontari ci sfamano con l’affetto ed il sorriso, sfamando
il corpo e l’anima.


Una casa nel mondo e poi da lì correre e cercare la felicità
perché non basta avere un tetto…


L’anima non vive di solo pane, quello serve al corpo per
vivere.

L’anima ha fame di affetto e amore.

La mia anima non ne ha e sta morendo di fame. Devo salvarla!


Cinque anni, dal 2004, di dormitori, suore, condivisioni.

Sì il tetto c’era, ma nel mio cuore la sofferenza è rimasta uguale,

le finestre chiuse, diversi i letti, diverse le persone,

ognuno con il cuore a pezzi per la vita trascorsa.
Se chiedo ad ognuno di loro:

“l’avete mai vista la felicità?”


Mi guardano e scuotono la testa: “e chi se la ricorda?”

Io dico loro: “ vi piace l’arcobaleno?

Ecco quando lo vedete
siete felici, senza nessun motivo,

solo per aver visto tanti colori nel cielo, diversi
dall’azzurro o dal grigio”.


Come spiegare perché io sono nei dormitori, alla mensa dei
poveri, dalle suore?


E’ per solitudine, abbandono, depressione.

Sono stata trattata male, da malata, da persona da
allontanare e sapete perché?


Le persone, la famiglia, gli amici, chiunque,

fanno così perché hanno paura di guardare in faccia la
povertà;


ne hanno paura, non la vogliono vedere, e ti ritrovi per
strada.


Il dormitoro è il primo scalino che porta in cima alla porta
della felicità,

scalino dopo scalino la troverò,

la troveremo tutti noi che siamo diventati invisibili,
trasparenti.

Anche se ci vestiamo con colori appariscenti, non ci vedono.


La strada è lunga…ti porta sempre da qualche parte…

Non fermarsi è la parola d’ordine, altrimenti è finita.


Il suicidio?

Già provato, grazie!
Basta così, mi hanno riportato sulla terra o meglio mi hanno
salvato.

Angeli, travestiti da persone apparse dal nulla?

Ma chissà…e così un tentativo fallisce.


Vivere è più difficile di morire, se non è la tua ora torni
indietro…


Ma se hai ancora un sogno – perché a volte i sogni si avverano
– allora preferisci la vita.


Se solo sapessi dipingere, disegnerei la felicità adesso.


Sento la felicità nei sorrisi di chi parte in crociera, nei
loro occhi vedo l’arcobaleno.


La speranza, i sogni, ma soprattutto il sorriso di un
bambino, di chi è felice.


E ti apre il cuore, e di colpo le nuvole non ci sono più.


Tutto è colorato, vivo e allora lotti con la tua depressione
che invece vuol farti vedere il buio, la morte.


Bisogna sognare anche ad occhi aperti e aiutare gli altri

a farlo.


Da invisibili che siamo, diventeremo nuovamente noi stessi.


Le mie lacrime adesso sono di gioia e una nave da crociera
non basta a contenerle tutte.

Scorrono…e chi le tiene?

La vita è un mare infinito, basta decidere la destinazione e lasciare che
la nave, il nostro corpo vi si immerga senza annegare.