Davide

Buonasera a tutti. Oggi siamo qui. Non tutti purtroppo, ma tanti a sufficienza per farci vedere e sentire, a dispetto di chi vorrebbe continuare ad ignorarci perché ritenuti cittadini di serie C

C
come clochard, C come carcasse, C come chi se ne frega, oppure C come Costituzione…

Costituzione? Ahhh già la Costituzione… Dice che:

Leandro

Ciao a tutti. In questi lunghi anni ( 25 per la precisione) ho sempre girato per la città con vento, sole o pioggia. Questa è una vita che tante persone come me conducono. Ma sono stanco di soffrire per tante cose quotidiane, come la solitudine, la povertà e la malattia, ma anche la disonestà e la crudeltà di chi fa finta di non vederci.

Corrispondenza dall’interno

“Non ho frequentato le scuole superiori, ma il grande
spirito mi ha donato qualcosa che in nessuna scuola avrei mai potuto imparare:
il cuore e la volontà della conoscenza.

Spero che i nostri giovani continuino a ricercare la verità
che la strada regala a tutti quelli che, con sincerità, vi aspirino.

Molti uomini colti comprendono assai poco dell’opera del
grande spirito e dei suoi miracoli, eppure questa conoscenza è posseduta da
tanti uomini che non sono andati a scuola.

Io non ho frequentato le vostre scuole superiori.

Ho frequentato la migliore università che ci sia, quella che è ovunque la fuori.”

Tatanka Mani

(Bisonte che cammina)

Rosana – I colori della felicità

Pala Crociere Savona
Domenica 5 aprile 2009 – 14:30



Sono al Pala Crociere e guardo la Costa Marina che si prepara per
partire verso un altro bellissimo viaggio. Vedo le persone felici imbarcarsi e
il personale caricare i bagagli.

E’ uscito il sole, quante bandiere colorate al vento!

Dall’interfono la centralinista, a più lingue, ogni cinque
minuti avvisa il cliente col numero di imbarcarsi.

Ogni cinque minuti un passeggero; quanta cura per ognuno di loro.

Salvatore

Facciamo parte del collettivo “stanchidiattendere”; tra le nostre intenzioni c’è quella di fondare un’associazione attenta al rispetto dei diritti dei cittadini più deboli, quella dei fruitori della cosiddetta “bassa soglia”, composta non solo dalle persone che vivono per strada e usufruiscono dei tanto discussi dormitori torinesi, ma anche da persone dipendenti da sostanze e immigrati, regolari e non. Tutte  persone che, molto spesso, per un motivo o per l’altro, subiscono ingiustizie e soprusi e non hanno nessuna voce in capitolo per cercare di migliorare le cose. La nostra è un’iniziativa che vede coinvolti in prima persona gli stessi utenti dei servizi, nata in seguito alla decisione del Comune di Torino di chiudere il dormitorio di Str. Castello di Mirafiori, decisione che noi non condividiamo e che consideriamo dannosa sotto ogni punto di vista.


Chiediamo con forza che venga disposto anzitempo, da parte del Comune, un preciso piano di potenziamento delle risorse di bassa soglia, senza che nel frattempo alcun posto venga a mancare.

Considerazioni sulla Notte degli Invisibili

Una serata davvero bella, che ha visto la partecipazione di molte persone che sono attualmente ospitate nei dormitori della Città di Torino ed altrettanti operatori del sociale, non solo quelli che lavorano nell’ambito delle case di ospitalità notturna. Non è possibile utilizzare altro aggettivo per descrivere la serata, mezza giornata quasi di rivendicazione (iniziata alle 17:00 coi preparativi in piazza), che tiene insieme tanto l’aspetto rigoroso della richiesta dei propri diritti ma che la esprime in maniera festosa, alternando interventi (molteplici e profonde analisi degli eventi, anche politici, in cui siamo immersi) a momenti di pungente critica teatrale e musica impegnata, che ha portato gli stessi artisti ad esprimere il proprio pensiero sui diritti che rivendicavamo.

La notte bianca degli invisibili

Manifesto Notte Bianca Invisibili

Siamo stanchi di attendere, di fare la coda per un posto letto che sempre meno è
disponibile, di aspettare oltre un anno che il nostro diritto alla residenza
sia riconosciuto, di fare la fila davanti alle mense che quando è festa sono
pure chiuse. Siamo stanchi di fare l’anticamera nei servizi sociali per
ottenere, quando va bene, solo le briciole di ciò che ci spetta. Non siamo
numeri, siamo persone, non abbiamo nazionalità, abbiamo la voglia di contare
non vogliamo essere sempre e solo contati.

Residenza e cittadinanza

Siamo Stanchi di Attendere che i nostri diritti siano riconosciuti, molti dei quali seppur sanciti sono di fatto negati.
Il diritto alla residenza è inalienabile e fondamentale in quanto costituisce la chiave di accesso a godere dei diritti di ogni cittadino: diritto alla sanità, diritto al lavoro, diritto a partecipare alla vita politica del nostro paese e moltissimi altri ancora. Tale diritto è oggi messo in discussione dal ddl 733 che attraverso due suoi articoli (artt. 42 e 50) condizionano l’iscrizione anagrafica al possedimento di un’abitazione in linea con i controlli sanitari ed alla disponibilità di un domicilio. Com’è logico, il nostro domicilio è la nostra città, Torino, molti di noi dispongono di una residenza fittizia che ci permette di godere dei diritti di cittadinanza nonché
di misure assistenziali seppur spesso insufficienti e pertanto da potenziare.

Torino e le politiche per la casa

A Torino, nella nostra città, le politiche per la casa stanno prendendo forma mediante progetti di housing sociale che costituiscono una valida alternativa alla soluzione dei problemi abitativi ma che rischiano di non essere accessibili a chi si trova in una condizione economica disagiata. Ferma restando la necessità del loro superamento, i cosiddetti dormitori, sono oggi ancora essenziali e permangono tra i pochi rimedi attuati in grado di soddisfare la mancanza di un’abitazione.

STANCHI DI ASPETTARE

Mi sono talmente stancato di aspettare ogni cosa che ho bisogno di URLARLO.

Ho bisogno di dirlo al mondo intero:

BASTA E’ ORA DI FINIRLA.

Non è pensabile abituarsi a certi disagi perché alla fine il disagio finisce per diventare un abitudine. Io sono un ospite dei dormitori della città di Torino, al momento non ho altra soluzione sebbene sia mia ferma intenzione allontanarmi al più presto da queste strutture. Sarà anche vero che, almeno in parte, questa situazione è stata causata da miei errori, però mi resta ancora una dignità da difendere, i miei diritti di cittadino, nato a Torino, città che adoro e nella quale vorrei vivere in modo decoroso.